Le bandiere polacca e britannica sventolano sulle rovine dell'Abbazia di Montecassino. 18 maggio 1944. Iconografia storica a cura di Associazione Linea Gustav. Fonte: National Archives Washington D.C.
La guerra nella penisola imperversa oramai da mesi. Gli alleati, immobilizzati lungo la linea Gustav, hanno sperimentato efficenza della Werhmacht e sostenuto,fino a ora, numerose perdite.
I pochi e insufficienti risultati non portano allo scardinamento del fronte, e i tedeschi conservano il possessoe il totale controllo delle posizioni dominanti la via Casilina.
Le primetre battaglie di Cassino si sono rivelate decisamente infruttuose per gli eserciti angloamericani. Il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino e, un mese più tardi, la distruzione della Città, hanno permesso ai tedeschi di trarre vantaggi strategici che ora rendono ancor più difficile l’avanzata verso Roma.
L’ordine categorico e perentorio del Fihrer è lo stesso: “resistere fino all’ultimo uomo”. Con la riorganizzazione del fronte, a partire dall’aprile del 1944, truppe ‘fresche’ e assai motivate giungono nel Cassinate. Tra queste quelle del 2° Corpo d’Armata del Generale Wiadislaw . Anders, che dall’esodo dei Gulag sovietici trovano la loro occasione di riscatto contro il nemico storico, la Germania nazista, sul campo di battaglia di Cassino.
ll settore di Montecassino è affidato a due divisioni di fanteria, la 3a Divisione dei Fucilieri dei Carpazi e la 5a Divisione Kresowa, supportate da un reggimento corazzato, e il 4° Reggimento ‘Skorpio”.
Dall’11 maggio 1944 inizia ufficialmente la quarta battaglia per la presa della linea Gustav e della città di Cassino.
I polacchi conquistano valorosamente le rovine dell’Abbazia, abbandonata dai tedeschi a seguito della rottura del fronte sui Monti Aurunci, la mattina del 18 febbraio 1944, alle ore 9.35.
Questo evento segna il termine di una odissea durata 9 mesi e che rende finalmente possibile, sebbene a caro prezzo,l’ingresso trionfale degli alleati a Roma,il 4 giugno 1944,
Per comprendere la forte valenza simbolica dell’apporto militare della Polonia nell’ambito della Campagna d’Italia, e più in particolare a Montecassino, è necessario conoscere la storia travagliata del suo popolo. Esso si riscopre orfano di una patria, che diventa prima
bottino di nazisti e comunisti, nel 1939 con il patto scellerato di spartizione, e a fine guerra ‘ostaggio’ del regime sovietico, con le promesse degli alleati di un tempo ampliamente disattese.
I soldati polacchi, e il loro stesso comandante Anders, vivranno un esilio lungo decenni, al termine del quale – con la caduta della cortina di ferro nel 1992 – molti di loro non rivedranno mai la terra natìa.