Foto Damiano Parravano
La catena montuosa delle Mainarde è una barriera naturale molto rocciosa che si estende al confine tra Lazio e Molise.
Un’area pressoché unica per le caratteristiche naturali, l’ambiente selvaggio e lo scenario incantevole dove sembra di non scorgere traccia del passaggio dell’uomo.
Il territorio alterna vaste aree di faggeti con aceri di diverso tipo, pioppi, aceri campestri, boschi di cerro e la tipica vegetazione del bosco appenninico.
In quanto agli animali, poi, tra gli ospiti della catena montuosa troviamo l’orso bruno marsicano, dominatore incontrastato della catena, il lupo spesso segnalato in branchi alla ricerca di cibo, il maestoso camoscio d’Abruzzo.
Le Mainarde condividono con l’area del Cassinate un triste collegamento con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale.
Qui infatti, prima delle battaglie di Cassino, nell’inverno del 1943, ebbe luogo un eccidio di straordinaria ferocia in località Collelongo ad opera dei soldati nazisti.
A memoria della strage sorge un sacrario, a circa 1.500 s.l.m. al termine di una lunga e tortuosa strada in salita.
Un cannone della Seconda Guerra Mondiale segna la strada, per poi proseguire a piedi in un bosco di faggi sino a giungere a giungere al monumento eretto nel 1993, nel cinquantenario della strage.
Una targa cita “Il 28 dicembre 1943 truppe tedesche trucidarono 38 inermi cittadini di Cardito e quattro militari del dissolto Esercito Italiano. Erano rei di essersi prodigati, con eccezionale senso di abnegazione e carità cristiana, per alleviare le altrui sofferenze, comprese quelle dei loro carnefici, e avevano dato soccorso a quanti si trovavano in stato di bisogno nella furia della battaglia che la guerra aveva portato su questi monti. Il loro sacrificio ha radici nel patrimonio culturale comune della nostra gente e rende sacro il luogo che state visitando. Vi chiediamo cortesemente di averne rispetto”.
Ci si trova quindi di fronte ad una scalinata contornata muretti in pietra a secco, ai piedi della quale sono poste due lapidi su cui si leggono i nomi delle vittime, tra cui molti bambini, e sull’altra, una toccante ode del sindaco del 1993.
Al culmine della scalinata si innalza, su un altare, la ferrea scultura commemorativa, opera dell’artista Umberto Mastroianni.
Percorso in uno dei siti naturalistici più belli d’Italia